PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UNA PUBBLICAZIONE SUI SOLDATI DI SAN DEMETRIO CADUTI  NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE:

“DIAMO UNA VOCE A CHI NON L’HA MAI AVUTA”

Gli unici ricordi, che avevamo dei nostri soldati Caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale, erano una raccolta di foto dell’epoca, custodita nel Municipio del Comune, con nome e cognome e una lapide, con gli stessi nomi, posta sulla base del  Monumento ai Caduti inaugurato nel 1938.

Nell’avvicinarsi della ricorrenza del Centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, abbiamo pensato che sarebbe stato giusto dare a questi Caduti una voce oltre che un volto.

Abbiamo coinvolto le giovani generazioni per far sì che anche loro  partecipassero al progetto, provvedendo alla stesura delle biografie dei Caduti, per sentirsi uniti, attraverso uno scritto, alla generazione che aveva partecipato alla guerra.

Il progetto è stato presentato alle insegnanti di Lettere della locale Scuola Media che avrebbero seguito gli alunni della classe Terza media dall’anno  2015 al 2018.

Una volta ottenuto il consenso, da parte degli organi collegiali della scuola, abbiamo a richiesto all’ufficio dell’Anagrafe Civile del Comune di San Demetrio la data di nascita dei soldati  riportati sulla lapide del Monumento.

Con tale elenco abbiamo richiesto all’Archivio di Stato di L’Aquila  i fogli matricolari dei Caduti. Una volta ottenuti gli stessi, abbiamo programmato con la prof.ssa Jovenitti Cristina il numero delle biografie da scrivere ogni anno fino alla scadenza del 2018.

Successivamente ci siamo recati presso le classi terze della scuola media per esporre agli alunni il loro compito: risalire dalle notizie biografiche e da quelle riguardanti la vita militare di ogni Caduto fino a stilarne la biografia.

Il primo intervento con la lettura delle biografie è iniziato il 4 novembre 2015 e l’ultimo nel novembre del 2018.

Le biografie raccolte hanno formato la base per una edizione stampata con il Patrocinio della Fondazione “Senatore Raffaele Cappelli”, per non perdere quelle notizie che avevano impiegato cento anni per vedere la luce.

Giuseppe Pichelli